Eugenio Saguatti - scrittore, editor, verniciatore di steccati

Come documentarsi quando servono armi in una storia.

Articolo scirtto sulla mia pagina personale di Facebook

In molte storie compaiono armi. Si può rimanere sul generico, ma si perde l’occasione di ancorare il testo alla realtà. Puntò il fucile, estrasse la pistola non dicono granché; puntò il Remington, estrasse la .357 sono più incisivi.
Se si applica lo stesso principio a più oggetti di uso quotidiano, l’effetto finale può cambiare parecchio.

Un conto è:
“L’auto partì sgommando, Tizio puntò la pistola e sparò ai fanalini posteriori.”
E altro è:
“La Porsche partì sgommando, Tizio scaricò la Glock verso i fanalini posteriori.”

Basta qualche tocco e l’ambientazione diventa subito più realistica.
C’è anche un beneficio supplementare. Se scrivi Porsche, non hai bisogno di specificare che è un’auto sportiva e che va veloce, lo sa anche un lettore che non si interessa di motori.

Con le armi è la stessa cosa: ci dicono molto del personaggio che le utilizza. La scelta tra una pistola semiautomatica e una a tamburo, per esempio, è indicativa.
Una semiautomatica porta più colpi – una Beretta 9 mm ne contiene sedici –, un tamburo solo sei, se non addirittura cinque. Per infilare un caricatore nuovo ci vuole molto meno tempo che sei cartucce una per una.
In compenso, un’arma a tamburo non si inceppa mai ed è più precisa, sostiene qualcuno. I proiettili possono essere più grossi e potenti rispetto alla Beretta.

Insomma, tocca informarsi almeno un minimo.
A me l’argomento piace – ero in squadra di tiro nell’esercito, ho frequentato il poligono per anni anche dopo il congedo –, quindi non faccio fatica, anzi, mi diverte.

Ci sono diversi pericoli in agguato. Uno è l’anacronismo: se si descrive un periodo ben preciso bisogna essere sicuri di non infilarci un’arma che non era ancora stata inventata.
Per esempio: potrebbe esistere una storia western in cui compare una Colt calibro .45 automatica? O un fucile a pompa invece del Winchester a leva?

L’altro sono i dati tecnici, tipo la gittata. Mettiamo che per uno strano caso il portiere di una squadra di calcio voglia sparare al suo collega, dall’altra parte del campo. Sono cento metri, mica uno scherzo; che arma si dovrebbe procurare?

In Il boss di New Orleans racconto quasi un quarto di secolo, dal 1925 al 1948, con qualche digressione nel passato, mi è toccato andare a verificare parecchie cose, e a volte ho avuto delle sorprese.

Una cronistoria veloce delle armi da fuoco.
http://www.earmi.it/varie/storia.htm

In inglese.
http://www.newworldencyclopedia.org/entry/Firearm

Le pistole semiautomatiche. I primi esperimenti fanno un po’ ridere, visti adesso, ma allora erano l’avanguardia.
http://www.earmi.it/armi/semiautomatiche.htm
https://en.wikipedia.org/wiki/Semi-automatic_pistol

Scopriamo che la Mauser C96 venne prodotta nel 1896, come ricordato nel nome del modello, e montava un caricatore da dieci colpi. Era conosciuta come Broomhandle, perché il calcio sembra un manico di scopa.
https://it.wikipedia.org/wiki/Mauser_C96

Butch Cassidy e Sundance Kid erano rapinatori nel West americano, insieme al famoso Mucchio Selvaggio, fino al 1901, poi si trasferirono in Bolivia e continuarono a fare quel che gli riusciva meglio: assaltare banche e trasporti valori. Vennero uccisi dall’esercito boliviano nel 1908, ma c’è chi giura che fu una messinscena.
La loro storia è raccontata nel film Butch Cassidy (Butch Cassidy and the Sundance Kid) del 1969, diretto da George Roy Hill, con Paul Newman e Robert Redford.
https://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=3891

Quindi sì, in teoria ci potrebbe stare un western con pistole semiautomatiche, ma ha senso? Erano oggetti più delicati delle indistruttibili Colt o Smith & Wesson .45, molto più complesse, ben pochi armaioli avrebbero potuto aggiustarle. Le munizioni erano diverse (9 mm o 7,63 mm per la Mauser), difficili da reperire. Inoltre, come tutte le novità, vennero guardate con diffidenza alla comparsa.
In definitiva: possibile, ma improbabile.

Qualcuno ci ha provato.
Il film Il grande silenzio è un western italiano, di Sergio Corbucci (1968). Il protagonista è Gordon, detto Silenzio, un pistolero muto che impugna proprio una Mauser C96.
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_grande_silenzio_(film_1968)

A sua volta, Silenzio ha ispirato Durango, fumetto francese degli anni ’80, in cui il protagonista è pressoché identico, Mauser compresa.
http://westerncampfire.blogspot.com/2014/12/durango-lo-spaghetti-western-fumetti.html

Per chiudere il cerchio, la Mauser C96 ha una gittata utile di 150-200 metri, quindi già un’arma corta di 120 anni fa sarebbe stata sufficiente al portiere di cui sopra per uccidere il collega; dovrebbe però essere un tiratore molto esperto e sperare in una botta di cu… in un colpo di fortuna.

Una curiosità: la Blaster DL-44, la pistola di Han Solo in Star Wars, è chiaramente una Mauser C96 modificata per sembrare futuristica.
http://www.tested.com/starwars/452186-how-obsessive-fans-built-better-han-solo-blaster/
http://starwars.wikia.com/wiki/DL-44_heavy_blaster_pistol/Legends

La famosa Colt M1911, forse la più rappresentativa, venne prodotta in grandi quantitativi a partire dal 1911 per l’esercito americano; già nei test del 1908 sparò oltre 6.000 colpi consecutivi senza mai incepparsi. Meglio della concorrenza, di gran lunga, convinse lo Stato Maggiore.
https://it.wikipedia.org/wiki/Colt_M1911
https://www.m1911.org/full_history.htm

Altra arma-simbolo dell’epoca è stato il famoso mitra Thompson, quello con il caricatore tondo che di solito si vede in mano ai gangster del Proibizionismo. Il nome esatto era Thompson Submachine Gun, ma era conosciuto con molti soprannomi, da Tommy Gun, a Chicago Piano.
Calibro .45, cadenza di tiro 600 colpi al minuto, era devastante sulle medie distanze: segava in due un alberello.
Diventava invece pressoché inutile oltre i 50 metri, a causa della poca precisione e della scarsa penetrazione del proiettile .45, studiato per arma corta.
Negli agguati dentro ai vicoli, o nelle sparatorie tra auto in corsa era invece impressionante.
Il prototipo si chiamava Annihilator I.
https://it.wikipedia.org/wiki/Thompson_Submachine_Gun

Curioso che proprio il caricatore tondo da cento colpi, quello che lo rese famoso e riconoscibile, sia stato usato ben poco nella realtà e quasi solo al cinema. Troppo ingombrante da portarsi appresso, pesante, sbilanciava il Tommy Gun in avanti, rendendolo ancora meno preciso. Molto meglio i caricatori classici, a stecca, da 30 colpi.
Una chicca per appassionati: un sito molto tecnico, in cui si riporta, tra l’altro, un elenco di film famosi in cui compare il Tommy Gun.
http://www.imfdb.org/wiki/Thompson_Submachine_Gun

Siamo abituati a vedere il fucile a pompa in mano a poliziotti e criminali nei film americani. Letale a corto raggio, spara cartucce da caccia, produce una rosata di pallettoni terrificante. Si carica con il caratteristico scorrimento del poggiamano.
Molto utilizzato dai mancini, perché a differenza di altre armi lunghe si può impugnare con la sinistra senza modifiche.
Arma moderna? Più vecchia di quel che si può credere. Nel 1897 la Winchester già ne aveva messo in commercio un modello, che ebbe subito una grande diffusione, adottato dall’esercito americano.
Pure il fucile a pompa, quindi, ci potrebbe stare in un tardo-western, anche più correttamente della Mauser C96.
https://it.wikipedia.org/wiki/Fucile_a_pompa

Una precisazione: in molti sono convinti che il corrispettivo anglosassone di fucile a pompa sia shotgun, che in realtà designa tutti i fucili a canna liscia, quelli da caccia. Il termine corretto è pump-action.
Negli USA si può trovare nel reparto caccia e pesca di un grande magazzino a meno di 200 $.
https://libertytreeguns.com/pump-shotgun-history-demystifier/
Durante la I Guerra Mondiale veniva chiamato “scopa da trincea”: negli spazi ristretti dei fossati non lasciava scampo. La Germania la considerava un’arma “sleale”: inoltrò una protesta ufficiale al governo USA e avvisò che avrebbe fucilato sul posto chiunque ne fosse trovato in possesso.

Curioso che proprio l’esercito tedesco, durante l’ultimo anno del conflitto, impiegò per lo stesso scopo uno dei primi mitragliatori della storia, il MP 18, conosciuto anche come Bergmann. Arma terribile, sparava quasi 10 colpi al secondo, molto maneggevole e leggero: poco più di 4 Kg., contro i 20 della mitragliatrice MG 08/15 usata in precedenza. C’erano squadre specializzate in questa operazione, le Stoßtruppen: saltavano dentro le trincee nemiche e aprivano il fuoco con il MP 18 su tutto ciò che si muoveva.
Il fucile a pallettoni era sleale, il mitragliatore invece no.
https://it.wikipedia.org/wiki/MP_18
https://www.quora.com/How-effective-was-the-MP-18-in-WWI-What-did-the-soldiers-think-of-it

Il calibro .357 invece è più recente. È stato progettato nel 1934 dalla Smith & Wesson, su precisa richiesta del FBI.
Il Bureau voleva un’arma in grado di fermare un’auto in corsa sparando nel motore. Alla Smith & Wesson trovarono la soluzione: partirono dalla cartuccia calibro .38, la più diffusa all’epoca nelle forze dell’ordine, raddoppiarono la polvere da sparo e usarono una pallottola più pesante.
Il bossolo venne allungato di 3 mm per impedire di usare un .357 in una pistola .38, o sarebbe esplosa in faccia al proprietario. L’inverso, invece – cartuccia .38 in pistola .357 – si può fare tranquillamente.
https://it.wikipedia.org/wiki/.357_Magnum
https://www.americanrifleman.org/articles/2010/11/23/the-history-of-the-357-magnum/

In Il boss di New Orleans ho dovuto stare particolarmente attento: nella prima parte non potevo nominare il .357, nella seconda sì.

In una scena mi serviva che spuntasse una mini-pistola da un cappello. Faccio qualche ricerca e trovo la bellissima Baby Browning, grande come un pacchetto di sigarette. Perfetta. Per scrupolo controllo anche le date: progettata nel 1927, bene, prodotta nel 1931, male, commercializzata nel 1932, malissimo!
Il fatto si svolge nel 1929, e non potevo spostarlo, si tratta di un episodio vero. Vabbè, mi sono detto, ci sarà altro, no? In effetti sì. La Walther mod. 9, per esempio, è stata immessa sul mercato nel 1921; ottimo.
Però. Però “Walther mod. 9” è molto meno evocativo. “Baby Browning” rende di più l’idea, lo immagini al volo che sia piccola.
Dilemma. Precisione storica o resa narrativa?
Alla fine ho scelto la Baby Browning: licenza poetica. Tanto, mi sono detto, chi mai andrà a controllare?
https://en.wikipedia.org/wiki/FN_Baby_Browning
https://unblinkingeye.com/Guns/Baby/baby.html

I calibri delle armi sono un incubo per chi non li conosce: calibro 9, o 357 Magnum, che roba sono?
Non è difficilissimo. Ne esistono di due tipi, in buona sostanza: quelli europei e quelli anglosassoni. Entrambi esprimono il diametro interno della canna, che corrisponde grossomodo al diametro del proiettile.
I calibri europei si esprimono in millimetri (mm), gli anglosassoni in centesimi di pollice.
Calibro 9 = 9 mm.
Calibro 7,65 = 7,65 mm
Calibro .22 = 22/100 di pollice = 5,58
Calibro .45 = 45/100 di pollice = 11,43 mm
http://www.earmi.it/balistica/calibro.htm
http://www.armietiro.it/il-sistema-di-identificazione-dei-calibri-armi-157

Un paio di siti molto ben documentati.
http://www.gunsopedia.com/Main_Page
https://www.americanrifleman.org/

Anche in questo caso avevo fin troppo materiale per quel che mi ero prefissato. Per Il boss di New Orleans mi bastava molto meno, ma ho accantonato l’eccedenza per occasioni future.